martedì 24 settembre 2013

Perché la felicità non ti avvisa. E meno male.

La felicità è un agguato. Si viene presi alla sprovvista e forse è meglio così.
[Erri De Luca]


Che poi non ci dicono quando arriva la felicità. E meno male. Perché é come se mi dicessero che il grattaevinci che sto prendendo dal tabacchino contiene una vincita di 1 euro. Voglio tremare di emozione mentre con la mia monetina tolgo pezzi d'argento, con la speranza di trovare due segni uguali. E se mi tolgono la suspence e l'adrenalina è finita. Un po' come quando ti dicono: il 1° di settembre sarai finalmente felice. Non lo voglio sapere, ma voglio capirlo da sola. Che poi uno ci rimane male se il 1° di settembre la felicità non arriva. 

E' come quando alla sera decidi che cosa preparare per il giorno dopo, come abito. E che ne so. E come se decidessi ogni minuto del giorno successivo la temperatura, il colore del trucco, l'orecchino da abbinare e la scarpa. Ed io ero così. 

Che poi non ci dicono quando arriva la felicità. E quindi ogni giorno decido, al mattino, guardando fuori dalla mia finestra che cosa indosserò per le 8 ore successive. Che poi ho sempre un cambio in ufficio, perché "non si sa mai". 

Tanto quando la felicità arriva tu non sei mai preparato e non hai mai il vestito adatto, figuriamoci se hai le scarpe abbinate alla borsa, alla sciarpa e agli orecchini di perla. La felicità non t'avvisa.

Ma che bello ricordarsi come eri vestita quando la felicità ha bussato alla tua porta. 
Io avevo un paio di leggings blu, una maglia color panna con una stella sopra, un paio di ballerine e i miei soliti capelli arruffati. Non ero preparata e non lo volevo essere. Ma quando sono tornata a casa e ho appoggiato i miei vestiti sulle grucce, li ho guardati e gli ho sorriso. 

Che poi non ti avvisano quando la felicità arriva. Mica Karl ti dice "ho fatto una nuova linea di smalti" con un whatsapp. Felicità è passare dalla tua profumeria preferita e vedere che sul quel scaffale ci sono nuovi colori. Che poi ci ricadi sempre in quel giochino dello smalto di Chanel che costa tanto, ma che non può mancare nel tuo armadietto. 

Perché poi alla felicità ci si abitua, di brutto. 

Come uno smalto Chanel, che si sbecca di continuo, ma che di continuo ti vorresti dare anche sulle dita di un 5° arto. E ti abitui a quel pennello, a quel colore, a quella boccetta, alla sensazione di trovarlo nel tuo armadietto o nello scaffale della tua profumeria preferita. 

Che poi non ti avvisano quando arriva la felicità. E meno male. 

W le grucce dell'ultimo minuto. 






Emily's fashion diary 





1 commento:

  1. meravigliosi questi scatti :) anche io son di torino e l'idea dell'adesivo TFB è stupenda :) baci ila

    http://mywaytobemyself.blogspot.it/

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Thank you sweet follower! Lovely as usual!