sabato 21 dicembre 2013

Dear Santa Claus...

Che le letterine a Babbo Natale possano essere sempre più scarne di richieste, perché non si ha nulla da chiedere...


Caro Babbo Natale, 
la mia letterina quest'anno sarà molto breve. Ho sempre creduto alla magia delle feste natalizie, all'albero nel mio salotto l'8 dicembre con mio padre, la corsa ai regali con mille liste nella borsa, giochi strategici per ricordarsi che cosa si è fatto all'amica l'anno scorso, stupirla ogni volta di più e pensare che, alla fine, è il pensiero quello che conta (ma arriva con un rossetto di Douglas del colore sbagliato e vedrai che l'anno prossimo rimarrai in mano con un portafoto, vuoto!). 
"Che cosa vuoi per Natale?". Ogni anno mi fanno questa domanda amici, parenti, genitori, persone a me vicine. Ogni anno ho sempre avuto una risposta precisa: "la macchina fotografica nuova, quella felpa che ho visto dall'amica nostra in centro, un ipod touch, un braccialetto di Tiffany, un viaggio in un posto caldo, una tessera di Zara da 60 euro" Ogni anno, fino ad adesso, avrei voluto avere qualche regalo sotto l'albero, anche se ne sapevo assolutamente l'origine ed il contenuto, per poi scartarlo il 24 sera con i miei genitori. E farlo lentamente, perché quella serata viaggia sempre con ritmi così accelerati, che non ti accorgi neanche di viverlo. E farlo lentamente perché alla fine, per me, il Natale era trovare una soddisfazione nello scartare il pacchetto, nel mettere da parte il fiocchetto per la nonna, che l'avrebbe riciclato nel Natale successivo. E così alla domanda "Che cosa vuoi per Natale" rispondevo sempre qualcosa, perché sapevo che la mia soddisfazione più grande sarebbe stata quel regalo sotto l'albero, già scontato, già programmato, ma così sicuro, una certezza in una sera da manuale. Qualcosa che doveva succedere, che doveva andare così, che doveva voler dire "uh, che bella questa serata" proprio nel momento in cui comprendevi che stava terminando. 

"Che cosa vuoi per Natale quest'anno?" "Nulla, ho già tutto". 

Non pensavo che sarei mai arrivata a sentire veramente quella sensazione. Il Natale, quello davvero felice, sotto l'albero, con dei regali sì, ma molti dentro il cuore e nella mia mente, è finalmente arrivato. 
E non c'è sensazione più bella di pronunciare quella frase "ho già tutto", anche se con tanta paura e un brivido lungo la schiena, ma con la consapevolezza che a quasi 30 anni, un po' te lo meriti. 
Che poi quel "tutto" si racchiude a poche, ma semplici ed importanti cose. 

Tutto. 
Un buongiorno ed una buonanotte e qualcosa di più.
Una tazzina di caffè ed un biscotto, quello preferito, che non trovi nei semplici supermercati. 
Un "passo sotto casa" o un "sono qui davanti, esci che ti devi dire una cosa"
Un biglietto a/r per la città dei sogni, preso in una fredda sera di dicembre, perché si può sognare anche da una scrivania. 
Quelle parole che fanno così tanta paura alla sola pronuncia. 
Quelle risate fino alle lacrime, su quelle cose stupide, che possiamo capire solo se c'è quella vera complicità e assoluta assenza di vergogna. 
Una ciotola di legno, che prima o poi verrà utilizzata. 
Una giornata all'Ikea, perché le tazze per fare la colazione sono importanti. 

E poi le amiche, quelle che conti, a quasi 30 anni, davvero sulle punte di dita di una mano. 
E i genitori, che nel bene o nel male, con i loro acciacchi e le loro storie, ogni Natale continuano a chiederti "Che cosa vuoi per Natale" perché è giusto che sia così. 
Ed un lavoro, che è molto di più di uno stipendio, di un contratto, di una sicurezza. E un privilegio da difendere, ma che Babbo Natale non può impacchettarti. 
Ed un paio di cuffie con la tua musica preferita che ti accompagna ogni mattina e ti fa sorridere alla fermata "Spezia" o a "Dante". 
Ed una nuova famiglia, composta da 10 meravigliose amiche e colleghe. 

Babbo Natale, per quest'anno va bene così. Poi, se proprio pensi che io debba ricevere qualcosa di speciale ed in aggiunta a quel che ho, beh, sai quali sono i miei gusti. 

Ma voglio essere stupita, perché la migliore sensazione sotto l'albero è quella di confondere gli occhi lucidi con le lucette che illuminano il verde del pino.  


Ti voglio bene

Emy







2 commenti:

  1. A be se basta il pensiero sono a posto in realtà i regali più belli sono quelli che fanno i figli quelli magari da tiger però con il sorriso a 32 denti e poi sentirli canticchiare quando sono a casa poche volte eh Buon Natale alle mamme delle bloggers di Torino

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  2. Io canticchio spesso da un paio di mesi a questa parte, sarà perché mi sento particolarmente realizzata in tante cose che non ho bisogno di essere triste! Spero che questa sensazione e questo sentimento possano durano per molto tempo! E cmq i regali di Tiger sono i migliori, piccoli ma fatti con il cuore!

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Thank you sweet follower! Lovely as usual!