Cara casetta,
ti sto cercando da tanto, tantissimo tempo. Ogni tanto ti guardo da fuori e mi dico "sarai tu? No, sei troppo in mezzo al caos!". Ti cerco, ti bramo, ti desidero, come qualcosa che non puoi avere, ma te la sogni di notte e ti svegli al mattino con il batticuore.
Non ti cerco complicata: ti cerco piccola, ma non troppo (sai, avrai un sacco di vestiti e borse e scarpe da custodirmi), ti cerco pratica e accogliente, calda e luminosa, una di quelle case che al mattino senti il calore dei raggi del sole che ti raggiungono sulle lenzuola.
Ti cerco con delle pareti bianche, bianchissime e spaziose. Ti vorrei senza fronzoli e senza tanti quadri, perché ti vorrei "disegnare" ogni giorno in maniera diversa. Adornerei le tue pareti con tante polaroid, quelle che ho già stampato e quelle che stanno per arrivare, quasi da diventare un muro dei ricordi.
La prima cosa che ti vorrei regalare è uno zerbino, anzi due, facciamo tre. Perché non c'è modo migliore di iniziare una storia d'amore se non dalle cose più semplici!
Ti vorrei regalare anche un divano enorme, così grande da far spazio a tutti i miei amici che ti verranno a vedere. Ti vorrei grande per ospitare me, il mio futuro fidanzato e perché no, un cane. Di quei divani che ti insegui, ti arrotoli, ti godi su ogni centimetro. Di quelli sui quali guardi comodo un film, ti addormenti, parli e ci salti quando la tua squadra del cuore segna un goal!
Ti vorrei riempire con un tavolo in legno, di quelli scuri e vissuti e di sedie comode, di quelle che la gente vorrebbe portarsi anche in ufficio o dalle quali non vorrebbero mai alzarsi. Ti vorrei abbinare una di quelle cucine americane Ok, non posso sognare così in grande, ti regalerei anche una cucina piccola, ma che contenga tutto il necessario per preparare le cene e i pranzi più indimenticabili di sempre. Vorrei una mensola dedicata alle bottiglie di vino, quelle che mi berrò da sola mentre in accappatoio me ne starò in mezzo alla stanza senza far nulla, quelle che offrirò alle cene con gli amici o a quelle a lume di candela, dove mangerò un risotto al radicchio, cucinato da me.
E poi ti vorrei con un particolare, ma quello non te lo posso raccontare, perché è un po' intimo. Lo scopriremo insieme.
Ok, ti vorrei regalare una grande emozione, quella della cabina armadio, ma parliamoci chiaro. Io non sono Rockefeller e tu non sarai una villa a due piani. Ma vedrai, ti darò uno specchio lungo e così bello che ogni giorno godrai con me un look sempre diverso!
Ti farò ascoltare tanta bella musica! Ti piace Ed Sheeran? E Tiziano Ferro? Ti farò ballare con me, con i miei cuscini e ti insegnerò i passi di Zumba.
Raccoglieremo insieme i mille capelli che ogni giorno perdo, ti inonderò del muschio bianco in bagno e del profumo della tisana limone e zenzero in cucina. Sul tuo balcone ci sarà sempre una piantina di basilico, perché quando mi verrà voglia di preparare una pasta al pesto, tu sarai la prima ad assaggiarla. Prepareremo le lenzuola pulite quando arriveranno gli ospiti e tireremo fuori lo spazzolino per chi si fermerà a dormire, dopo una notte di festeggiamenti o per chi non vorrà tornare a casa.
Ma la cosa che più avrai in assoluto, casa mia, sarà l'Amore. Quando ti troverò sarà come rinascere e vivere la storia più intensa della mia vita. Mi vedrai felice e mi accoglierai a braccia aperte sul letto, regalandomi quei sonni leggeri e tranquilli o quelle notti infuocate per festeggiare qualcosa di davvero bello. Mi vedrai triste, ma sarò felice di sfogarmi tra le tue mura. Mi vedrai da sola, con i miei genitori, con i miei amici e il mio futuro fidanzato (ma non sempre eh, tanto non avrà spazio nell'armadio!).
Mi vedrai sempre solare varcando quella porta e passando i piedi su quel zerbino che dice "I'll be there in a Prosecco".
Lo so che mi vedrai presto e io, sinceramente, non vedo l'ora di conoscerti. Dammi solo un segnale, fammi un occhiolino, qualcosa che mi faccia capire che sei tu, o casetta mia.
Io ho già un bellissimo portachiavi come regalo. E una bottiglia di Ca del Bosco per festeggiare.
martedì 17 aprile 2018
lunedì 19 marzo 2018
Caro papà dei miei figli, auguri in anticipo.
Non so se leggerai mai questo post, caro papà.
Eh, no. Non mi riferisco a te Luciano, il mio papà, anzi il mio "babbo".
Mi riferisco a te, che diventerai il papà dei miei figli, un giorno.
Non so dove tu sia in questo momento, ma so che esisti. Che hai un volto, un nome, degli interessi e delle passioni come le mie, ma che sarai anche - in parte - diverso da me. Farai l'uomo di casa, quello che deciderà la macchina della famiglia da comprare (io amo le macchine grandi, sappilo), che mi ricorderà che ci saranno le bollette da pagare e che porterà la spazzatura alle 11.00 di sera in cortile. Sarai quello che mi dirà "un'altra busta di Zara?" ed io "certo, ma ho comprato per Sofia e Leonardo!"
Ah, sì, se non ti piacciono i nomi Sofia e Leonardo, no, non sarai tu il padre dei miei figli.
Sarai quel papà che ci farà un sacco di foto e di video, quello che ci porterà al mare appena farà bel tempo e ci comprerai i braccioli e il salvagente a forma di fenicottero. Ah, no, la mamma ce l'ha già (va beh, tu ce ne comprerai uno più grande!).
Sarai il papà di cui tutte le bambine da piccole si innamorano. Con gli occhi pieni di felicità e di amore, con cui guarderemo i cartoni animati prima di andare a scuola o al lavoro, come facevo io quando guardavo "Anna dai capelli rossi". E alla domanda: "chi è la persona più bella della terra?" io rispondevo sempre "il mio papà".
Forse sarai un papà che non dirà tante parole, ma ci sarai sempre nel momento del bisogno. Non avrai paura di affrontare le urla e i pianti alle 2 di notte, la prima caduta dalla bicicletta e il saggio di danza. O la prima partita di calcio. Ma no, a Leonardo lasciamogli fare lo sport che vuole. A Sofia, no! :)
Sarai un papà Juventino, ma questo non c'è neanche da sottolinearlo. E ogni domenica, o sabato sera, saremo sul divano, tutti insieme, con i nostri riti scaramantici a tifare la Grande Signora.
Caro papà dei miei figli, lo so che ti sembra già una lista di caratteristiche molto esigenti e ben dettagliate, ma non sono poi così severa.
Io ti prometto che non mi arrabbierò se mi dirai "Stasera ho calcetto" perché mio papà lo dice a mia mamma da 35 anni e, anche se tutte le volte si altera, so che non potrebbe fargli cambiare idea. E allora perché arrabbiarsi anche con te?
Ti prometto che sarò una mamma comprensiva, presente e con una mentalità aperta e che cresceremo i nostri figli facendogli apprendere le cose giuste della vita, ma che saranno in grado, un giorno, di decidere loro stessi come affrontarle. Erediteranno da me la positività e l'ottimismo, il sorriso in ogni situazione, anche quando il compagno di scuola li prenderà in giro per l'apparecchio. Da te raccoglieranno la bontà, la razionalità e la generosità. Sì, so che sarai esattamente così: il papà più buono e magnanimo della terra, ma che saprai essere - della famiglia - quello più razionale di tutti. Io sono già bionda e simpatica, non posso fare tutto!
Tu sarai un po' come il mio papà: non dirai tante parole, all'apparenza non sembrerai l'uomo perfetto che tutte le donne vorranno al loro fianco, ma sarai quello che ho sempre desiderato avere. Prima come papà, poi come marito.
Non sarò gelosa di te e dell'amore che proverai nei confronti dei nostri figli, soprattutto con Sofia, che di sicuro si innamorerà di te, dei tuoi occhi buoni e pieni di voglia di vivere la vita.
Perché so che loro ti guarderanno come io guardo - ancora - il mio papà.
E in quel momento saprò di aver fatto la scelta più giusta della mia vita.
Caro papà dei miei figli, in largo anticipo, tanti auguri per oggi.
Eh, no. Non mi riferisco a te Luciano, il mio papà, anzi il mio "babbo".
Mi riferisco a te, che diventerai il papà dei miei figli, un giorno.
Non so dove tu sia in questo momento, ma so che esisti. Che hai un volto, un nome, degli interessi e delle passioni come le mie, ma che sarai anche - in parte - diverso da me. Farai l'uomo di casa, quello che deciderà la macchina della famiglia da comprare (io amo le macchine grandi, sappilo), che mi ricorderà che ci saranno le bollette da pagare e che porterà la spazzatura alle 11.00 di sera in cortile. Sarai quello che mi dirà "un'altra busta di Zara?" ed io "certo, ma ho comprato per Sofia e Leonardo!"
Ah, sì, se non ti piacciono i nomi Sofia e Leonardo, no, non sarai tu il padre dei miei figli.
Sarai quel papà che ci farà un sacco di foto e di video, quello che ci porterà al mare appena farà bel tempo e ci comprerai i braccioli e il salvagente a forma di fenicottero. Ah, no, la mamma ce l'ha già (va beh, tu ce ne comprerai uno più grande!).
Sarai il papà di cui tutte le bambine da piccole si innamorano. Con gli occhi pieni di felicità e di amore, con cui guarderemo i cartoni animati prima di andare a scuola o al lavoro, come facevo io quando guardavo "Anna dai capelli rossi". E alla domanda: "chi è la persona più bella della terra?" io rispondevo sempre "il mio papà".
Forse sarai un papà che non dirà tante parole, ma ci sarai sempre nel momento del bisogno. Non avrai paura di affrontare le urla e i pianti alle 2 di notte, la prima caduta dalla bicicletta e il saggio di danza. O la prima partita di calcio. Ma no, a Leonardo lasciamogli fare lo sport che vuole. A Sofia, no! :)
Sarai un papà Juventino, ma questo non c'è neanche da sottolinearlo. E ogni domenica, o sabato sera, saremo sul divano, tutti insieme, con i nostri riti scaramantici a tifare la Grande Signora.
Caro papà dei miei figli, lo so che ti sembra già una lista di caratteristiche molto esigenti e ben dettagliate, ma non sono poi così severa.
Io ti prometto che non mi arrabbierò se mi dirai "Stasera ho calcetto" perché mio papà lo dice a mia mamma da 35 anni e, anche se tutte le volte si altera, so che non potrebbe fargli cambiare idea. E allora perché arrabbiarsi anche con te?
Ti prometto che sarò una mamma comprensiva, presente e con una mentalità aperta e che cresceremo i nostri figli facendogli apprendere le cose giuste della vita, ma che saranno in grado, un giorno, di decidere loro stessi come affrontarle. Erediteranno da me la positività e l'ottimismo, il sorriso in ogni situazione, anche quando il compagno di scuola li prenderà in giro per l'apparecchio. Da te raccoglieranno la bontà, la razionalità e la generosità. Sì, so che sarai esattamente così: il papà più buono e magnanimo della terra, ma che saprai essere - della famiglia - quello più razionale di tutti. Io sono già bionda e simpatica, non posso fare tutto!
Tu sarai un po' come il mio papà: non dirai tante parole, all'apparenza non sembrerai l'uomo perfetto che tutte le donne vorranno al loro fianco, ma sarai quello che ho sempre desiderato avere. Prima come papà, poi come marito.
Non sarò gelosa di te e dell'amore che proverai nei confronti dei nostri figli, soprattutto con Sofia, che di sicuro si innamorerà di te, dei tuoi occhi buoni e pieni di voglia di vivere la vita.
Perché so che loro ti guarderanno come io guardo - ancora - il mio papà.
E in quel momento saprò di aver fatto la scelta più giusta della mia vita.
Caro papà dei miei figli, in largo anticipo, tanti auguri per oggi.
martedì 13 marzo 2018
Ems, quando torni a scrivere?
Cara Ems,
da quanto tempo che non ti scrivo, non mi ricordo neanche quand'è stata l'ultima volta che ci siamo viste, qui.
Ti chiederai "perché mi stai scrivendo di nuovo"? Te lo dico subito: ho incontrato persone che mi hanno detto che alla fine scrivevi bene, che quello che mettevi per iscritto su questo blog era qualcosa che poteva servire agli altri per ragionare, per sognare o semplicemente per svagarsi un po'.
Lo so, in tutto questo tempo tu hai avuto il tuo da fare: hai trovato un ottimo posto di lavoro (ah, complimenti per il contratto a tempo indeterminato!), hai finito una lunga storia d'amore, hai conosciuto persone nuove e visto posti nuovi, ma anche quelli del tuo cuore, come Barcellona. Hai vissuto dei momenti terribili, lo so. Hai visto morire improvvisamente delle persone che non se lo meritavano, hai visto soffrire i tuoi cari e hai dovuto prendere delle decisioni importanti per la tua famiglia.
Quante volte ti ho visto piangere in macchina, sotto le coperte, in un angolino della stanza dove tieni i vestiti. Volevo venire lì e darti un abbraccio, ma io ti conosco. Tu sei più forte dei sassi di Matera, anche se a Matera non ci sei mai stata (e ci vorresti andare). So però che hai anche riso, ti sei divertita, ti sei lasciata andare, ti sei fatta prendere dagli eventi e hai vissuto cose bellissime. Anche brutte, come l'incidente in Piazza San Carlo ma che, nonostante i punti sul ginocchio e sulla mano che ogni tanto ti guardi, non ti ha tolto la grinta di tifare la magica Juve. Ma quest'anno se va in finale, ci andiamo a Lione? Mi ci porti?
So che hai regalato sorrisi e giornate indimenticabili a un sacco di persone, anche a quelle che fino a quando scrivevi ancora su questo blog non facevano parte della tua quotidianità. Io ti vedo, li vedo quegli occhi azzurri con quella punta di arancione: sono sempre gli stessi, un po' più vecchietti, forse un po' più stanchi, ma sempre azzurri. Perché tu l'azzurro lo cerchi in cielo, in un tubetto di tempera, in una canzone e nel tuo mare. E fin quando io vedrò quegli occhi azzurri, come li conosco io, sarò tranquilla.
Ti ho scritto questa lettera, che è lunga e prolissa come le scriveresti tu, per dirti che se hai voglia possiamo tornare a scriverci. Ho bisogno di sentire i tuoi pensieri scorrere lungo i tasti del tuo Mac (però mi sembra un po' vecchiotto, lo vogliamo cambiare?). Ho bisogno di fermarmi con te un paio di minuti e parlare di quello che ti accade, ciò a cui pensi e che vivi. Perché so benissimo che tu hai voglia di raccontarlo al mondo, perché tu sei fatta così.
A me manchi. Tantissimo.
Lo so, scrivi tutti i giorni "alla gente dell'Internet", come ti piace chiamarli e molto spesso non hai le parole per esprimere ciò che hai dentro. Ma lo sai meglio di me: quando scrivi non hai freni, non hai inibizioni e ti senti la Emily che hai sempre desiderato essere. Quella felice, spensierata e soprattutto quella sognatrice che non smette mai di credere alle belle fiabe (Oh, ma in giro di Principi pervinca, poco o niente, eh!?).
Lo so che tu non vedi l'ora di tornare al tuo Mac, prendere la tua tisana zenzero e limone, accendere quella lucetta per il pc che hai comprato quel sabato all'Ikea (ti ho visto, eri davvero contentona!) e sprigionare il tuo flusso di coscienza. E poi l'hai detto tu: "nel 2018 voglio fare tutto quello che desidero!"
Emily, ascolta me. Torna a scrivere, a chiudere gli occhi, sentire nelle tue cuffie le canzoni della tua playlist preferita, Good night, e a raccontare agli altri quello che vedi. Ci sono persone che non aspettano altro che rifugiarsi tra le tue righe, riconoscersi nei tuoi personaggi e dire "quanto è bello poter essere la persona di cui parla in quegli articoli". Hai bisogno di tornare a essere felice, come una volta. E di rendere felici gli altri. Sai, un grande saggio una volta mi ha detto "Per me essere felice è vedere l'altra persona felice". Tu fai questo, non lo sapevi?
Io ti aspetto, non farmi aspettare tanto.
La tua cara Emily
da quanto tempo che non ti scrivo, non mi ricordo neanche quand'è stata l'ultima volta che ci siamo viste, qui.
Ti chiederai "perché mi stai scrivendo di nuovo"? Te lo dico subito: ho incontrato persone che mi hanno detto che alla fine scrivevi bene, che quello che mettevi per iscritto su questo blog era qualcosa che poteva servire agli altri per ragionare, per sognare o semplicemente per svagarsi un po'.
Lo so, in tutto questo tempo tu hai avuto il tuo da fare: hai trovato un ottimo posto di lavoro (ah, complimenti per il contratto a tempo indeterminato!), hai finito una lunga storia d'amore, hai conosciuto persone nuove e visto posti nuovi, ma anche quelli del tuo cuore, come Barcellona. Hai vissuto dei momenti terribili, lo so. Hai visto morire improvvisamente delle persone che non se lo meritavano, hai visto soffrire i tuoi cari e hai dovuto prendere delle decisioni importanti per la tua famiglia.
Quante volte ti ho visto piangere in macchina, sotto le coperte, in un angolino della stanza dove tieni i vestiti. Volevo venire lì e darti un abbraccio, ma io ti conosco. Tu sei più forte dei sassi di Matera, anche se a Matera non ci sei mai stata (e ci vorresti andare). So però che hai anche riso, ti sei divertita, ti sei lasciata andare, ti sei fatta prendere dagli eventi e hai vissuto cose bellissime. Anche brutte, come l'incidente in Piazza San Carlo ma che, nonostante i punti sul ginocchio e sulla mano che ogni tanto ti guardi, non ti ha tolto la grinta di tifare la magica Juve. Ma quest'anno se va in finale, ci andiamo a Lione? Mi ci porti?
So che hai regalato sorrisi e giornate indimenticabili a un sacco di persone, anche a quelle che fino a quando scrivevi ancora su questo blog non facevano parte della tua quotidianità. Io ti vedo, li vedo quegli occhi azzurri con quella punta di arancione: sono sempre gli stessi, un po' più vecchietti, forse un po' più stanchi, ma sempre azzurri. Perché tu l'azzurro lo cerchi in cielo, in un tubetto di tempera, in una canzone e nel tuo mare. E fin quando io vedrò quegli occhi azzurri, come li conosco io, sarò tranquilla.
Ti ho scritto questa lettera, che è lunga e prolissa come le scriveresti tu, per dirti che se hai voglia possiamo tornare a scriverci. Ho bisogno di sentire i tuoi pensieri scorrere lungo i tasti del tuo Mac (però mi sembra un po' vecchiotto, lo vogliamo cambiare?). Ho bisogno di fermarmi con te un paio di minuti e parlare di quello che ti accade, ciò a cui pensi e che vivi. Perché so benissimo che tu hai voglia di raccontarlo al mondo, perché tu sei fatta così.
A me manchi. Tantissimo.
Lo so, scrivi tutti i giorni "alla gente dell'Internet", come ti piace chiamarli e molto spesso non hai le parole per esprimere ciò che hai dentro. Ma lo sai meglio di me: quando scrivi non hai freni, non hai inibizioni e ti senti la Emily che hai sempre desiderato essere. Quella felice, spensierata e soprattutto quella sognatrice che non smette mai di credere alle belle fiabe (Oh, ma in giro di Principi pervinca, poco o niente, eh!?).
Lo so che tu non vedi l'ora di tornare al tuo Mac, prendere la tua tisana zenzero e limone, accendere quella lucetta per il pc che hai comprato quel sabato all'Ikea (ti ho visto, eri davvero contentona!) e sprigionare il tuo flusso di coscienza. E poi l'hai detto tu: "nel 2018 voglio fare tutto quello che desidero!"
Emily, ascolta me. Torna a scrivere, a chiudere gli occhi, sentire nelle tue cuffie le canzoni della tua playlist preferita, Good night, e a raccontare agli altri quello che vedi. Ci sono persone che non aspettano altro che rifugiarsi tra le tue righe, riconoscersi nei tuoi personaggi e dire "quanto è bello poter essere la persona di cui parla in quegli articoli". Hai bisogno di tornare a essere felice, come una volta. E di rendere felici gli altri. Sai, un grande saggio una volta mi ha detto "Per me essere felice è vedere l'altra persona felice". Tu fai questo, non lo sapevi?
Io ti aspetto, non farmi aspettare tanto.
La tua cara Emily
mercoledì 25 febbraio 2015
Che cosa è l'amore?
Riguardi un video che avevi dimenticato nel cellulare ed improvvisamente gli occhi si appannano.
Bambini che parlano dell'amore. Cosa ne possono sapere loro dell'amore, quella roba pazzesca che non ha definizione, senso, un'immagine, un colore definito, un posto all'interno del dizionario.
"L'amore è una cosa forte, bella e super carina!"
Forse lo sanno spiegare meglio loro di noi che cosa sia l'amore. Ma io ci provo lo stesso.
Bambini che parlano dell'amore. Cosa ne possono sapere loro dell'amore, quella roba pazzesca che non ha definizione, senso, un'immagine, un colore definito, un posto all'interno del dizionario.
"L'amore è una cosa forte, bella e super carina!"
Forse lo sanno spiegare meglio loro di noi che cosa sia l'amore. Ma io ci provo lo stesso.
mercoledì 12 novembre 2014
Straigth on.
"Dove devo andare? Sempre dritto.
Ma con te si va sempre dritto".
Già. Straight on.
A chi, come me, non si gira mai indietro.
Ma con te si va sempre dritto".
Già. Straight on.
A chi, come me, non si gira mai indietro.
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martedì 16 settembre 2014
Assieme.
"Non penserai mica di convincermi con quella sciarpa del Milan?"
Ed invece mi hai convinto. E l'hai fatto per tutta la vita.
Ed invece mi hai convinto. E l'hai fatto per tutta la vita.
giovedì 22 maggio 2014
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