Il cassettino dei miei orecchini,
appena comprato da Muji, quasi come se fossi in una gioielleria del
centro, parla di me. Forse meglio di come io possa fare. Perché si
sa, dal vivo non riesco a farlo così bene come quando lo faccio
scrivendo, o indossando qualcosa che mi definisce.
I miei orecchini parlano di me perché
sono loro che attirano l'attenzione delle altre persone, le loro
anime, i loro sguardi, il loro compiacimento. Se ci pensate, per chi
porta un paio di orecchini riceve sempre dei bei complimenti, anche
se magari sta indossando un vestito di Valentino o si è appena
rifatto il colore dei capelli, i primi oggetti che attirano l'occhio di una persona attenta.
Gli orecchini adornano una parte
fondamentale del nostro corpo, le orecchie, quell'apparato con cui si
può conquistare una persona, sentire quelle parole che avresti
sempre voluto sentire, udire ciò che nessuno vorrebbe udire, far
finta di nulla e capire altro, stuzzicare e rendere tale organo il più
erotico del proprio corpo. Un “ti amo” sussurrato nell'orecchio,
con il tono giusto, con la cadenza corretta, con la distanza giusta
per far suscitare ogni tipo di emozione all'altra persona è diverso che detto negli occhi, magari non così sinceri. Nel buio del sussurro si nascondono i veri sentimenti.
Ogni giorno, prima di andare al lavoro,
apro la mia cassettiera portagioie e guardo quel cassettino di
velluto grigio, che contiene un po' di me stessa. Ogni giorno scelgo
chi essere, chi interpretare, chi far vedere al mondo. Sono sempre
io, ma quegli orecchini parlano di me più del mio nome e cognome (e
soprannome).
Così come le mie collane, che adornano
un collo teso, energico, stanco, coccolato, in cerca di attenzioni,
dipinto, oltre che da qualche gingillio, di un simpatico tira bacio
nella parte interiore, sulla nuca. Anche le mie collane parlano di me, da quelle
spiritose a quelle che comunicano eleganza richiesta, obbligata o
semplicemente quella compiaciuta, per chi adora le perle.
Ogni giorno scelgo se sono “collana”
o se sono “orecchino”. Non mi sono mai piaciute le parure, troppo
impostate, troppo bon ton da collegio, troppo “sono perfetta e ho
le perle abbinate agli orecchini quindi portatemi rispetto”. O uno
o l'altro. O orecchino o collana. O sussurro o bacio. O parola o
silenzio appassionato.
Ogni giorno scelgo se essere spiritosa,
se essere nerd, se essere quella delle perle, se essere qualcosa che
ho fatto io, se essere “amarcord” o se essere “novità”. Ogni
giorno scelgo se “like diamonds in the sky” oppure “maschio”.
Ogni giorno decido quale Emily far salire in campo. Chi mi conosce
veramente, sa che dietro che quel paio di orecchini o quella collana
appariscente c'è sempre la solita Emily, quella che è una
benefattrice. Di sorrisi, di euforia, di bei momenti, di kit, di
consigli e di risate su cose superficiali. Anche se indosso le perle.
Anche se indosso un vecchio floppy disk, anche se porto con grande
classe un paio di gufetti sorridenti. Anche se ho un foulard, anche se ho un papillon. Anche se ho gli orecchini "tipo lei".
Ogni mattina scegliete chi volete
essere, non preoccupandovi se quell'orecchino non è in pendant con
la collana, se non metterete sempre tutto al proprio posto e nel modo giusto e se per una
volta volete cambiare le regole dello stile, fatelo.
E' il vostro di
stile che verrà riconosciuto per strada. E che si ricoderà per
essere tale, anche dopo che verrete dimenticati.
Emily's fashion diary
Fai uso di droghe pesanti vero?
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